Cosa sono i Contratti di sviluppo
I Contratti di sviluppo, operativi dal 2011, sono un importante strumento agevolativo rivolto grandi progetti di investimento nel comparto produttivo italiano. In sostanza, servono a incentivare lo sviluppo di filiere strategiche per l’economia del Paese.
Il soggetto che gestisce i Contratti di sviluppo per conto del Ministero per lo sviluppo economico è Invitalia, che si occupa di ricevere, valutare ed eventualmente accogliere le domande per accedere alle agevolazioni previste.
Ma quali sono i settori strategici cui si rivolgono i Contratti di sviluppo? A ben vedere sono questo strumento si rivolge a un gran numero di filiere produttive italiane: dalla tutela ambientale alla trasformazione e commercializzazione agroalimentare, fino ad arrivare alle attività turistiche (solo per citare alcuni esempi).
Come si è detto, i Contratti di sviluppo sono stati pensati per facilitare i grandi investimenti produttivi, per tale ragione solitamente l’importo delle spese che possono beneficiare delle agevolazioni deve essere pari o superiore ai 20 milioni di euro (che scendono a 7,5 milioni per i programmi che riguardano il comparto agricolo e per alcuni investimenti nel settore turistico delle aree interne).
Contratti di sviluppo: agevolazioni previste
Le agevolazioni previste dai Contratti di sviluppo variano in base alla filiera di riferimento, al territorio su cui insiste l’impresa (o il gruppo di imprese) richiedente e alle dimensioni della stessa. In linea di massima, però, possiamo dire che gli incentivi sono per lo più erogati nelle seguenti modalità:
- Contributo in conto interessi;
- Contributo diretto alla spesa;
- Contributo in conto impianti;
- Finanziamento agevolato (fino a un massimo del 75% delle spese ammissibili).
Contratti di sviluppo: i beneficiari
Vediamo ora a chi si rivolgono i Contratti di sviluppo. I programmi di agevolazione sono destinati a imprese (italiane e non) di qualsiasi dimensione operanti nei settori oggetto dei bandi. Il soggetto richiedente può essere una singola azienda o un gruppo di più imprese (contratto di rete).
Nell’ambito dei Contratti di sviluppo, infatti, si distinguono il soggetto proponente (una specie di “capofila”, che promuove il programma di sviluppo e si assume la responsabilità della correttezza e coerenza dello stesso) e le eventuali imprese aderenti (quelle che vanno a realizzare i singoli progetti di investimento all’interno del programma di sviluppo).
Perché il programma di sviluppo venga accolto, le spese ammissibili del soggetto proponente devono essere pari o superiori a 10 milioni di euro (che scendono a 5 milioni per il comparto turistico e a 3 milioni per l’agricolo e il turistico delle aree interne), mentre gli investimenti dei soggetti aderenti devono sempre essere pari o superiori a 1,5 milioni di euro.
Come accedere ai Contratti di sviluppo
Come abbiamo accennata qualche paragrafo più su, le domande per accedere ai Contratti di sviluppo devono essere presentate a Invitalia. Sul sito internet www.invitalia.it sono presenti anche i moduli e la documentazione necessaria per effettuare l’istanza.
Successivamente, l’agenzia avvia l’attività istruttoria per verificare l’ammissibilità della richiesta, ne effettua la valutazione e procede (eventualmente) a finanziare il progetto in base all’ordine cronologico di presentazione e alle risorse disponibili.
In generale, nella valutazione dei programmi di sviluppo incide un ampio ventaglio di fattori. Vediamo quali sono i principali:
- Impatto occupazionale positivo;
- Capacità di portare o rafforzare il business (sia vendite che investimenti) sul mercato internazionale;
- Innovatività del progetto;
- Miglioramento dell’impatto ambientale;
- Recupero di immobili in stato di abbandono o sottoutilizzati;
- Coinvolgimento del territorio;
- Creazione di una rete di imprese richiedenti (contratto di rete).
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