Ora fa parte a pieno titolo del panorama delle Industrie 4.0. Ma ha iniziato la sua storia come start up innovativa. Italrobot: una delle storie di successo di aziende nate e cresciute grazie ai contributi provenienti dal bando Smart and Start di Invitalia sostegno alle start up innovative, ottenuti grazie alle consulenza di Incentivimpresa.
“Siamo nati grazie a due agevolazioni in particolare: quello che abbiamo ottenuto grazia al bando Fit nel 2008 e quello dallo Smart and Start nel 2013. Da lì, è iniziato tutto”. A raccontare i primi passi di Italrobot è Gaetano Capasso, fondatore dell’azienda campana, che oggi si presenta leader nel settore della robotica industriale.
Italrobot: una nuova realtà
“Abbiamo aderito a bandi importanti per la progettazione robotica – spiega il fondatore della Italrobot -. Per il bando Fit (Fondo Innovazione Tecnologica), abbiamo presentato un progetto che aveva al centro un’isola robotizzata per assemblare apparecchiature elettroniche”.
Poi nel 2013, il bando Smart and Start. “In pratica, siamo partiti di fatto nel 2014. ma non abbiamo presentato ai nostri client progetti avveniristici, che sarebbero poi stati difficili da realizzare”, continua ancora Capasso. Ora, “Italrobot si è insediata completamente nel panorama dell’Industria 4.0. In particolare, ha riscosso successo con i robot da confezionamento. E’ stata l’azienda Seda che per prima ha creduto in noi. poi, tante altre”.
Grazie ad Invitalia “abbiamo avuto molte possibilità. E continuiamo ad averne. Grazie anche alle preziose consulenze di Incentimpresa”, aggiunge Capasso.
Da qui, l’ingresso nel mondo dell’Industria 4.0: in Europa è una realtà già affermata, in Italia è un settore ancora per pochi.
Industria della robotica: il mercato di Italrobot
“il lavoro che svolgono i nostri robot è quello alienante e usurante del processo di montaggio in particolari settori”. E’ sempre Gaetano Capasso che racconta la vita di Italrobot, una delle giovani Start up campane che si è insediata nel mercato e ora è temuta da tanti competitor. “Abbiamo pensato anche ai robot per l’attività didattica nella scuole – continua il rappresentante dela Italrobot -. Al Righi di Napoli, ad esempio, ne abbiamo fatto uno carrellabile: gli studenti imparano così a programmare un robot. Si trovano in pratica a saper fare qualcosa di più rispetto agli altri”.
Italrobot nell’arte
L’azienda, sebbene si inserisca a piano titolo nel settore iper tecnologico dell’Industria 4.0, ora è protagonista anche nel mondo dell’arte. “Il robot costituisce un braccio operativo e fa quello che gli comanda l’uomo. Anche lavori più pesanti. Come scolpire il marmo. Oppure un architetto giapponese ha avuto un’altra idea – racconta ancora Gaetano Capasso -. Mette una serie di numeri che creano programmi casuali del robot. Dunque, il comportamento di questo risulta non programmato: è casuale. Ciò da’ dei risultati davvero interessanti”.
Chi usa la robotica
Per qualcuno, l’ingresso dei robot all’interno dei processi industriali dell’Industria 4.0 significa taglio di unità e quindi licenziamenti. “E’ tutto proporzionale. se si tiene conto che i paesi che utilizzano di più i robot sono anche quelli con il tasso di occupazione più alto, come il Giappone, questo concetto decade”. Dunque, l’incentivo alle aziende di robotica “non deve essere visto come qualcosa che toglie lavoro. Anzi”
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