Bilancio di sostenibilità: cos’è, normativa, per chi è obbligatorio

da | 1 Ott 2024 | Bilancio di Sostenibilità | 0 commenti

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di bilancio di sostenibilità, un documento di rendicontazione cui si sta attribuendo una tale importanza da renderlo obbligatorio per un numero sempre maggiore di imprese. Un onere, quindi, ma anche un’occasione da sfruttare per aggredire un mercato estremamente sensibile ai temi della sostenibilità.

Nei prossimi paragrafi, andiamo quindi a tracciare una sintesi di quelle che sono le principali caratteristiche del bilancio di sostenibilità (talvolta detto “bilancio ESG”).

Cos’è il bilancio di sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità è un atto di rendicontazione aziendale che le imprese utilizzano per rendere pubbliche le informazioni relative alle proprie performance ESG (Environmental, Social, Governance). Insomma, si tratta di un documento che descrive i risultati ottenuti in ambito di politiche ambientali, sociali e di governance virtuosa.

Per farla breve, potremmo dire che il bilancio di sostenibilità è un report che consente una parziale (ma tutto sommato efficacie e, soprattutto, riconosciuta) misurazione dell’innovatività delle politiche aziendali. Parliamo, è bene precisarlo, di un settore fortemente in crescita: sono sempre più, per esempio, i fondi di investimento che scelgono di finanziare solo aziende con ottimo rating in investimenti ESG, così come aumentano i finanziamenti a fondo perduto destinate a queste stesse realtà. Questo perché i consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità del mercato e dell’impresa.

Storia del bilancio di sostenibilità

Definizioni di bilancio di sostenibilità sono presenti nella documentazione comunitaria europea già da inizio anni 2000. La necessità di rendicontare puntualmente (come avveniva con fatturato e spese) l’impronta ambientale e sociale delle imprese ha spinto le istituzioni a legiferare in questa direzione. Nel mondo del cooperativismo, del terzo settore e dell’associazionismo, invece, di questi temi si discuteva già dalla seconda metà degli anni ’90.

Così si arriva alla decisiva direttiva NFRD (Non Financial Reporting Directive) del 2014, che appena due anni dopo è stata recepita anche dall’Italia. Già con questa direttiva veniva imposto a poco meno di 11 mila imprese europee l’obbligo di stilare un report sulla sostenibilità relativo all’attività svolta nel corso dell’anno: insomma, un bilancio di sostenibilità.

Bilancio di sostenibilità: per chi è obbligatorio

Il bilancio di sostenibilità obbligatorio è riguarda le grandi imprese con oltre 500 dipendenti, ma presto questo obbligo sarà esteso anche a realtà più piccole. Cerchiamo di capire meglio cosa sta succedendo:

  • Dal 2024 l’obbligo di rendicontazione riguarda gli enti di interesse pubblico con almeno 500 dipendenti (valore medio per l’anno di riferimento). Inoltre queste imprese devono avere un ricavo netto superiore a 40 milioni di euro e/o un attivo dello stato patrimoniale di almeno 20 milioni. Parliamo, insomma, di grandi realtà;
  • Dal 2025 il bilancio di sostenibilità è obbligatorio anche per le imprese e i gruppi imprenditoriali con più di 250 dipendenti, a patto che abbiano un fatturato di almeno 50 milioni di euro e/o uno stato patrimoniale del valore di 25 milioni;
  • Dal 2026 il bilancio ESG è obbligatorio per le PMI quotate e per gli enti creditizi di minori dimensioni.

Questo, secondo quanto stabilito dalle normative vigenti, è il cronoprogramma che scandisce l’estensione dell’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità.

Bilancio di sostenibilità: normativa e riferimenti legislativi

Bilancio di sostenibilità e normative vigenti: come abbiamo detto prima, la direttiva NFRD del 2014 ha rappresentato un passaggio particolarmente significativo. Però è bene precisare che questa è stata recepita in Italia con il D.Lgs. n. 254/2016, il decreto che due anni dopo ha introdotto nel nostro ordinamento le disposizioni previste dalla normativa comunitaria in materia di bilancio di sostenibilità.

Bilancio di sostenibilità e PMI

Rendere il bilancio di sostenibilità obbligatorio per le PMI significa indubbiamente creare una certa apprensione in molte piccole realtà imprenditoriali che hanno idee confuse su come redigere il documento.

Come abbiamo detto in precedenza, infatti, entro il 2026 le Piccole e Medie Imprese dovranno adeguarsi alle normative europee e rendicontare circa le proprie performance su impatto ambientale, sociale e governance. Un problema non da poco, visto che molte di queste realtà non hanno in organico i professionisti necessari per stilare un bilancio di sostenibilità. Proprio per questo sarà utile rivolgersi a consulenti esperti che sappiano guidare le imprese (almeno in una fase iniziale).

Bilancio di sostenibilità: esempio e come redigerlo

Come redigere un bilancio di sostenibilità? Sempre più imprenditori, alla luce anche delle nuove normative, si pongono questa domanda. Partiamo però da un presupposto importante: ad oggi non esiste uno standard assoluto per questi documenti, esistono però delle linee guida che bisogna seguire. Queste sono fissate dal Global Reporting Initiative (GRI), che prevede non solo la rendicontazione dei risultati raggiunti in ESG, ma anche la comunicazione dei modelli organizzativi aziendali, delle strategie e degli obiettivi che l’impresa si fissa per il futuro.

Esempi di bilanci di sostenibilità (utili anche per guardare ad aspetti grafici e di impaginazione) si possono facilmente reperire attraverso i principali motori di ricerca, ma non sempre rappresentano un modello utile per chi effettua la ricerca. Infatti, il bilancio di sostenibilità varia sensibilmente da impresa a impresa (soprattutto rispetto a dimensione e settore), per questo è consigliabile farsi aiutare da consulenti esperti della materia nella stesura del documento ed evitare di fare tutto “in proprio”.

Differenza tra bilancio di sostenibilità e report di sostenibilità

Bilancio di sostenibilità e reporting di sostenibilità non sono la stessa cosa. Tra le due definizioni, infatti, vi è una piccola ma significativa differenza che vale la pena approfondire:

  • Report di sostenibilità: anche detto “reporting di stabilità”, è il processo complessivo di raccolta e analisi di tutte le informazioni riguardanti le performance ESG.
  • Bilancio di sostenibilità: è il documento (o uno dei documenti) che è possibile stilare al termine delle operazioni di reporting.

Insomma, potremmo dire che il bilancio ESG viene stilato utilizzando le informazioni e i dati che vengono raccolti e analizzati durante la fase di reporting. Parliamo, come è evidente, di due mondi strettamente collegati, dove l’uno rappresenta la risultante dell’altro.

Bilancio di sostenibilità e bilancio sociale

Il bilancio sociale, anche se in apparenza i due documenti sono sovrapponibili, non va confuso con il bilancio di sostenibilità. Il primo, infatti, parla agli stakeholder (comunità locali, consumatori ecc…) dell’impresa e serve a rendicontare le proprie practices volte ad adottare comportamenti socialmente responsabili.

Perché redigere un bilancio di sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità non va però inteso solo come l’adempimento a fastidiosi obblighi normativi. Questo documento, infatti, svolge anche una funzione strategica per l’impresa (non a caso molte aziende che non sarebbero obbligate scelgono volontariamente di redigerlo).

Proviamo a sintetizzare, quindi, quali sono i vantaggi del bilancio di sostenibilità:

  • Miglioramento della reputazione: stakeholder, competitors, investitori… pubblicare un bilancio di sostenibilità è una di quelle azioni che chiunque percepisce come virtuose, fosse solo perché aumenta la trasparenza dell’impresa e la allinea alla moderna (e sempre più diffusa) sensibilità ambientale e sociale.
  • Accesso a finanziamenti e agevolazioni: moltissimi bandi di finanza agevolata e tanti contributi a fondo perduto vincolano i beneficiari alla stesura di bilanci ESG (o premiano, in fase di aggiudicazione, le imprese che scelgono di redigerlo). Anche molti fondi di investimento privato pretendono che le imprese da loro finanziate si dotino di tale strumento.
  • Cultura aziendale e dipendenti: come abbiamo detto, il bilancio di sostenibilità riguarda anche le scelte di governance dell’impresa. Le realtà che investono in questo segmento riescono spesso a creare una cultura aziendale sana e quindi motivante per i dipendenti.
  • Migliora la competitività: inutile girarci intorno, i consumatori oggi premiano le imprese che percepiscono come green e attente ai bisogni del pianeta. Pubblicare un bilancio ESG è anche una operazione legata al marketing aziendale.

Insomma, il bilancio di sostenibilità sarà sempre più obbligatorio nei prossimi anni, ma rappresenta anche un’occasione che le imprese farebbero bene a non lasciarsi sfuggire.

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